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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Congresso di Bologna è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 58Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 701

Brano: [...]trarono nel partito, lo fecero principalmente perché l’onda bolscevica li spingeva verso un partito dell’ordine, quale nel fatto era il Popolare, che si proclamava costituzionale, legalitario, eticamente cristiano [...] Essi non diedero mai al Partito una adesione completa, né molti di essi ebbero una percezione esatta della natura sociale e democratica del popolarismo ».

Il confronto tra le varie componenti del partito si esplicò, durante il Congresso di Bologna, nel dibattito intorno alla questione sociale, esplosa di fronte ai gravi problemi del dopoguerra. Tutti si trovarono però d’accordo nel proposito di condurre la battaglia per l’adozione del sistema proporzionale nelle elezioni politiche e nell’intenzione di presentare, nella contingenza elettorale, liste di partito autonome, rifiutando, di conseguenza, d’aderire ai blocchi clericomoderati retaggio del Patto Gentiioni.

« Le difficoltà — scriverà don Sturzo — erano enormi: il passato clericomoderato di molte regioni d’Italia pesava su quelli che venivano dall’antica azione elettorale dei ca[...]

[...]aglia per l’adozione del sistema proporzionale nelle elezioni politiche e nell’intenzione di presentare, nella contingenza elettorale, liste di partito autonome, rifiutando, di conseguenza, d’aderire ai blocchi clericomoderati retaggio del Patto Gentiioni.

« Le difficoltà — scriverà don Sturzo — erano enormi: il passato clericomoderato di molte regioni d’Italia pesava su quelli che venivano dall’antica azione elettorale dei cattolici ».

Il Congresso di Bologna si concluse con la nomina della Direzione e del Consiglio nazionale del Partito, di cui don Sturzo fu riconfermato segretario.

Secondo partito italiano

Il P.P.I. si presentò alle elezioni del 16.11.1919, le prime dopo l’introduzione del sistema proporzionale, forte di liste proprie e di un programma ben definito che, in linea di massima, non si discostava da quello concordato in occasione della presentazione del partito stesso, undici mesi prima.

Programma elettorale del 1919 « 1. Integrità della famiglia. Tutela della moralità pubblica, assistenza e protezione dell’infanzia, ricerca[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 319

Brano: [...]a, Arturo

N. a Caltagirone (Catania) nel 1886, m. a Roma nel 1943.

Orfano in tenerissima età, compì gli studi tecnici in un collegio romano e prese a organizzare gruppi studenteschi, fondando nel 1902 la Federazione degli studenti secondari. Entrò quindi nelle fila della Gioventù socialista, capeggiando la corrente di minoranza favorevole all’autonomia organizzativa della componente giovanile nell’ambito del partito. Nel marzo del 1907, al Congresso di Bologna, fu tra gli artefici della scissione della Federazione

nazionale giovanile e della fondazione della F.I.G.S., aderente al P.S.I., del cui organo di stampa, Avanguardia (v.), ebbe la direzione.

Dirigente socialista

Fino al 1912, quando gli fu affidata la vicesegreteria del partito, si mise in luce come alfiere della lotta contro l’ala sindacalista rivoluzionaria. Per contro, sosteneva una linea di difesa delle tradizioni socialiste che, dato anche il suo modesto bagaglio intellettuale di autodidatta, finiva per arroccarsi su posizioni astratte e di vago unitarismo. Acerrimo anticleric[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 191

Brano: [...]iformista: le parole d’ordine erano quelle della Costituente, della dignità dei lavoratori, deirilluminismo degli spiriti. Questo stesso orientamento venne confermato anche nel Congresso provinciale che il partito tenne a Udine il 19.9.1919, in preparazione del Congresso nazionale di Bologna: i delegati eletti a Udine appartenevano tutti all’ala riformista ed erano nella quasi totalità di e

strazione borghese.

Le posizioni mutarono dopo il Congresso di Bologna, quando venne diffusa la mozione di maggioranza e si cominciò, anche sulle pagine del “Lavoratore Friulano”, a mettere in discussione l’atteggiamento assunto dalla delegazione friulana che aveva interamente appoggiato la mozione di minoranza, cioè quella riformista di Costantino Lazzari. Un impulso determinante ad accelerare il già rapido evolversi della situazione politica venne dato dalle elezioni per il Parlamento del novembre dello stesso anno, quando, sorprendendo un po’ tutti, il Partito socialista risultò essere nel Friuli il partito di maggioranza relativa, con il 32% dei suffragi, su[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 641

Brano: [...] e di informazioni organizzative, forniva un'ampia documentazione della costituzione ufficiale della frazione.

La frazione terzinternazionalista

Il programma del settimanale è delineato senza equivoci nell’articolo programmatico « Chi siamo », firmato « Noi » e pubblicato sul primo numero: « Esiste nel Partito socialista italiano una corrente che non ha abdicato né intende abdicare alla dottrina ed ai metodi che il Partito ha proclamato al Congresso di Bologna e che la III Internazionale diffonde e sostiene. Questa corrente, rimasta silenziosa a Livorno, ha osato a Milano: dopo Milano e dopo l’esperienza di un numero ormai infinito di fatti, intende agire [...]. I riformisti hanno già chiesto la nostra espulsione dal Partito. Essi sono sempre stati unitari nel loro interesse ed espulsionisti contro chi osa non credere al loro vangelo [...]. Nei riguardi dei comunisti non abbiamo proprio misteri

o titubanze. Noi siamo in dottrina e in metodo dei comunisti [...]. Non abbiamo nemmeno delle ragioni personali di contrasto coi comunisti d’Italia: la p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 385

Brano: [...]a influenza in seno al P.S.I. e numerosi suoi rappresentanti vennero eletti nell'esecutivo della F.I.O.M. Segretario di quest’ultima divenne il livornese Russardo Capocchi, tornitore meccanico, che nell’inverno 1918 presentò una formale richiesta di espulsione di Filippo Turati dal Partito socialista per le sue note posizioni « difensiste ». Posizioni massimaliste assunsero anche i gruppi femminili di Antignano e dell’Ardenza, la cui delegata al Congresso di Bologna, Alda Cheli, era stata arrestata e condannata per propaganda contro la guerra.

I giovani socialisti di Livorno, che sin dal Congresso nazionale giovanile del 1917 avevano votato per la mozione di sinistra di Polano, diedero vita a gruppi di Guardie Rosse e inviarono come loro delegati a Bologna Pacini e Fontana che, dopo la scissione, sarebbero divenuti organizzatori della Federazione giovanile comunista.

Primo dopoguerra

Alle elezioni del novembre 1919, nel collegio LivornoPisa i socialisti ottennero il 40,8% dei voti, il Partito Popolare il 13%, i repubblicani l’11,3% e il Blocco N[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 501

Brano: Genocidio

Egidio Gennari (1918)

relatore per la frazione massimalista al Congresso di Bologna, fu l’unico esponente della frazione a chiedere l’espulsione dei riformisti dal partito.

Nel febbraio 1920 venne nominato segretario del P.S.I., carica che mantenne fino al Congresso di Livorno (1921).

Nel Partito comunista

Nel gennaio 1921, a Livorno, si schierò con i comunisti, uscì dal P.S.I. e fu uno dei fondatori del P.C.i.. Da allora e fino alla morte fu membro del Comitato centrale del nuovo partito.

Eletto deputato comunista di Firenze nel 1921, poi direttore del quotidiano comunista di Trieste II Lavoratore (v.) dall’inizio del 1922, nell'ottobre di quello stesso anno ven[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 332

Brano: [...]anza di realizzare le aspirazioni rivoluzionarie e che la lotta dovrà svolgersi necessariamente entro l’ordine borghese» («Il Soviet», 16.6.1919); e sull’« Avanti! » del 29.9.1919: « La borghesia per vivere deve fare del riformismo. Per riuscirci ha bisogno della partecipazione del proletariato alla democrazia parlamentare. La nostra astensione spezzerebbe di netto il gioco del governo attuale ». La mozione astensionista presentata da Bordiga al Congresso di Bologna raccolse 3.417 voti, contro i 47.960 voti andati all’ordine del giorno di Serrati.

Da quel momento Bordiga cercò di mettersi direttamente in contatto con i dirigenti della Terza Internazionale (v.) (la sua prima lettera al Comitato centrale della stessa risale al 10.11.1919) e propugnò la costituzione di un partito comunista in Italia. In « Estremismo malattia infantile del comuniSmo» (scritto nell’aprile 1920), Lenin criticò le posizioni astensioniste, ma aggiunse: « In un punto mi sembra che Bordiga e la sua frazione hanno ragione, nell’esigere che il Partito socialista italiano, se vuol[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Congresso di Bologna, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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